Mattia Soragni, esperto di Food Marketing, racconta a Sei la TV come, dove e quanto la digitalizzazione sta influenzando le abitudini di acquisto dei consumatori italiani quando si tratta di cibo.
Internet sta cambiando le abitudini food degli italiani.
Gli ultimi anni sono stati veramente importanti in termini evolutivi: il consumatore stesso si sta evolvendo e con lui, il suo comportamento di acquisto.
Chiaramente la maggior parte delle persone, oggi, continua a fare la spesa in modo tradizionale, ma inizia ad esserci una fetta crescente di persone che approccia anche l’acquisto di cibo online.
I vantaggi sono palesi: maggiore comodità e risparmio di tempo in primis, ma approfondiremo questi punti più avanti.
Tuttavia bisogna considerare due aspetti importanti che incentivano o meno il consumatore a cambiare le sue abitudini e a trasferirsi online: l’età e l’approccio con la tecnologia che spesso, ma non è sempre così, va di pari passo con l’età.
Chi si avvicina, per primo, all’eCommerce Food?
Coloro che, in gergo, sono chiamati early adopter, sono le persone che più facilmente testano nuovi prodotti, funzionalità, piattaforme tecnologiche. E, anche in ambito food, sono sicuramente i primi a sperimentare i servizi di spesa online.
Gli altri soggetti che stanno avendo un cambio repentino in questa direzione sono i giovani che, da studenti, entrano nel mondo del lavoro. Il fattore “tempo” è una determinante fondamentale ormai. Da notare anche che le piattaforme che offrono il servizio di eCommerce, pur essendo all’inizio, stanno migliorando sempre di più l’esperienza utente sui siti web della GDO e supermercati online, perciò non dubito che il numero di utenti che sfrutterà questa opportunità continuerà a salire. Ad oggi, circa il 28% delle persone già fa uso di sistemi elettronici per lo shopping di prodotti alimentari…e siamo solo agli inizi di un boom quasi annunciato.
I benefici della spesa online.
Oltre alla indubbia rapidità con cui è possibile scegliere i prodotti sulle piattaforme fornite dalla GDO, al risparmio di tempo, alla velocità di ricevere i prodotti direttamente a casa quando lo decidiamo noi (salvo casi eccezionali) evitando code in cassa o al banco salumi, non dimentichiamo che spesso fare la spesa online è vantaggioso anche in termini economici.
Il beneficio economico vale su entrambi i fronti: sia per il consumatore, sia per il supermercato o l’azienda che eroga il servizio.
Il cliente può trovare, la maggior parte delle volte, offerte più numerose sul sito che nel negozio fisico. Inoltre, sul web, tutte le scontistiche sono espresse in modo evidente, chiaro e immediato.
Nota aggiuntiva non di secondo valore: qualora si spostasse con mezzi propri, il cliente risparmierebbe anche sul carburante e sull’inquinamento.
Tutti questi vantaggi stanno facendo alzare il prezzo dello scontrino medio degli italiani. Oggi siamo già ad una media di 70 € per ogni spesa comprata sul web. Tutto fa pensare che l’acquisto non sia solo di prodotti di prima necessità.
Dal punto di vista aziendale, la vendita online ha risvolti positivi in quanto la logistica, specialmente dalle grandi catene di distribuzione, è ormai rodata e i costi riescono a essere assorbiti agevolmente. L’organizzazione sta migliorando in quanto si sta ampliando anche il bacino di copertura delle aree extraurbane, specialmente in alcune aree d’Italia.
Cosa si perde chi compra cibo online?
Non è da negare che la modalità di fare la spesa nei negozi di vicinato sia anche un’esperienza di relazione, di cura nella scelta, di confronto con il negoziante. Con l’online, tutto questo si annulla totalmente. Il rapporto che si creava col macellaio, fruttivendolo o panettiere di fiducia non esiste più.
Esiste un’efficienza di servizio, si perde l’esperienza umana e quella di valutazione, in loco, del prodotto.
Di contro, la possibilità di una quantità di scelta di prodotti si amplifica in modo esponenziale.
I due mondi, ovviamente, non si escludono a vicenda. Potremo sempre scegliere quale tipo di esperienza è più in linea con le nostre esigenze e i nostri gusti.
Il ruolo della tecnologia “nei nostri piatti”.
Finora abbiamo parlato di abitudini di acquisto all’interno dei supermercati, fisici o virtuali.
Ma pensiamo anche a tutto il mondo del food delivery. Comodamente, dal divano di casa possiamo decidere di farci portare a casa piatti giapponesi o messicani, piatti della tradizione locale o di altri continenti in pochi clic o addirittura in pochi tap partendo da un’app.
E’ davvero incredibile il ruolo che la tecnologia ha assunto all’interno della nostra esperienza di consumo del cibo. La tecnologia ci fa ordinare, ci permette di scegliere giorno e orario, ci fa pagare e ci apre le porte a esperienze culinarie che forse non avremmo mai provato.
Tutto questo innesca una grande catena di valore per gli attori erogano i servizi: sviluppatori di app, aziende di food delivery, player di sistemi di pagamenti online, sicurezza informatice e una nuova organizzazione aziendale per chi vuol fare del digitale una risorsa per la propria impresa.
Uno sguardo al futuro.
Le aziende food maggiormente tecnologizzate, specialmente all’estero, stanno investendo cifre consistenti nel digitale. I ritorni sono a doppia cifra e, per questo, la spinta a ottimizzare i servizi esistenti e a creare esperienze innovative, in grado non solo di semplificare la vita dei clienti ma anche di stupirli, si sta facendo sempre più forte. In alcune realtà, ad esempio, laboratori di pasticceria stanno sfruttando la realtà aumentata in sostituzione ai classici cataloghi fotografici per far scegliere ai propri clienti, ad esempio, una dolce di compleanno o prodotti importanti come la torta del proprio matrimonio. Grazie ad un’app sul proprio smartphone è possibile visionare e personalizzare, direttamente in 3D, gli ingredienti del prodotto selezionato e visionarlo come se fosse reale.
In Italia stiamo ancora facendo i primi passi, ma le opportunità sono enormi e chi ci sta precedendo già raccoglie i frutti.